Zodiac

Zodiac (USA, 2007)
di David Fincher
con Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo, Robert Downey Jr., Anthony Edwards

Nel raccontare i trent’anni di storia del tuttora aperto caso Zodiac, l’ultimo film di David Fincher prende come modello d’ispirazione palese e dichiarato Tutti gli uomini del presidente e ne ricalca lo stile freddo e asciutto, mostrando nel dettaglio le dinamiche d’investigazione ed evitando quasi del tutto il coinvolgimento emozionale. I tanti protagonisti non vengono raccontati come personaggi a tutto tondo e non vedono esplorati più di tanto i loro dubbi, le loro motivazioni, i loro sentimenti. Fincher si concentra sull’esposizione sistematica e discorsiva dei fatti, mantenendo le distanze da tutti e raccontando un’indagine lunga, estenuante, interminabile, che si protrae per decenni fittizi e due abbondantissime ore di grande cinema.

Ma nel farlo non adotta uno stile documentaristico, firmando anzi il film in maniera anche pesante, inserendo trovate molto particolari ed efficaci, realizzando – per esempio con l’interrogatorio a quattro e i vari attacchi del killer – una manciata di scene strepitose per tensione e capacità di colpire allo stomaco e condendo il tutto con una colonna sonora di rara efficacia. Ad aiutarlo degli attori forse ormai un po’ troppo costretti a recitare bene o male sempre lo stesso ruolo, ma che d’altra parte si rivelano come al solito estremamente efficaci.

Lungo, estenuante e inconcludente come le indagini che racconta, Zodiac svolazza placido dalle parti del capolavoro, rapisce nelle maglie della sua algida detection e non molla per oltre due ore e mezza. Ennesimo centro per un regista che, pur fra alti e bassi, continua a mostrare un gran voglia (e una gran capacità) di reinventarsi continuamente.

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